Dopo anni passati a immaginare e cercare nuove tecnologie con più “capacità di futuro” di quelle attuali, molte delle quali mostrano ampiamente i loro limiti, finalmente nel 2014 “vedemmo la luce”, come i Blues Brothers del famoso film, e creammo Nova Somor ispirandoci ai valori della bioeconomia di Nicholas Georgescu Roegen. Avevamo infatti individuato una tecnologia italiana degli anni ’30, oggi dimenticata, in grado di utilizzare direttamente la luce per la produzione di lavoro meccanico utile, senza il consueto “passaggio” attraverso l’energia elettrica. A distanza di un anno e mezzo dall’avvio della nostra start up, ora ci rendiamo conto che all’epoca la luce l’avevamo solo “intravista” senza comprendere appieno la portata del nostro Progetto. Lavorando quotidianamente, giorno dopo giorno, sui sistemi termodinamici a bassa temperatura e sviluppando il mercato internazionale per i nostri prodotti, stiamo prendendo coscienza di quanto sia potenzialmente rivoluzionario il nostro percorso. Non si tratta solo di sviluppare e modernizzare una tecnologia dimenticata molto promettente. La cosa importante è che con i nostri sistemi stiamo andando oltre il tradizionale concetto di accumulo dell’energia e verso il vero equilibrio nell’utilizzo delle risorse energetiche del pianeta. La modalità dell’accumulo è stato importante per arrivare dove siamo, ma in molti degli ambiti nei quali viene praticato diventa anche la fonte di molti dei problemi della nostra civiltà.

Negli ultimi due secoli una parte dell’umanità ha sviluppato la sua tecnologia, dal motore a vapore in poi, basandosi sui grandi accumuli di “luce nera”, ovvero la luce del sole concentrata e “fossilizzata” nel petrolio, nel gas e nel carbone. Grazie alle tecnologie basate sulla luce nera, sono stati fatti passi da gigante nel miglioramento della vita delle persone di quella porzione di umanità della quale anche noi facciamo parte. Ma negli ultimi decenni ci siamo resi conto di due cose: che i combustibili fossili prima o poi finiranno e che bruciandoli in grandi quantità si cambia in peggio il clima del pianeta. Inoltre avveleniamo noi stessi e anche l’ecosistema che ci mantiene in vita. Così noi della parte del mondo industrializzato, abbiamo da qualche anno iniziato a pensare e costruire le tecnologie per l’utilizzo di energie rinnovabili. Ma non è cambiato il nostro modo di pensare e ancora ragioniamo in termini di accumulo. Certo tali tecnologie sono un enorme passo in avanti rispetto ai combustibili fossili, ma non sono ancora in “equilibrio” e non superano il concetto di accumulo, perché c’è sempre di mezzo l’energia elettrica. Per l’idroelettrico si fanno dighe per accumulare l’acqua e anche il fotovoltaico e l’eolico, per la loro efficienza, sono legati agli accumulatori di energia elettrica. Non è che si pensa e si progetta in modo nuovo, si vuole solamente sostituire l’accumulo della luce nera con l’accumulo della luce bianca, quella che il sole ci invia ogni giorno.

Questo perché non è facile uscire dal “pensiero unico” dell’accumulo, nel quale viviamo da troppo tempo. Dopo più di 2 secoli di innovazione tecnologica sviluppata lungo un percorso praticamente lineare, non è facile cambiare il modo di vedere le cose, specialmente per i progettisti. Inoltre anche nei secoli precedenti l’accumulo è stato alla base del nostro modo di vivere e di pensare e lo è ancora. Accumuliamo scorte di ogni genere per i momenti difficili da sempre e oggi abbiamo il risparmio in denaro, gli accantonamenti per il TFR e per la pensione. Il nostro sistema economico si basa sull’accumulo di capitale e perfino in quasi ogni religione, per coloro che ci credono, si accumulano meriti e demeriti in questa vita che andranno “pesati” per essere ricompensati o puniti nell’aldilà o in una prossima vita. L’accumulo è connesso alla vita delle persone e certamente comporta moltissimi aspetti positivi. Ma a livello di sviluppo di nuove tecnologie e di uso dell’energia, le soluzioni basate sull’accumulo a lungo andare non hanno capacità di futuro. Inoltre l’Uomo non si pone limite nello sfruttamento generalizzato delle risorse, depauperando e consumando anche quello che spetterebbe alle generazioni future. L’accumulo, per le sue caratteristiche intrinseche, aiuta l’Uomo a perdere il senso del limite che regola praticamente tutto l’Universo. Forse è giunto il tempo di rivedere la vecchia storia delle formiche e delle cicale per rivalutare decisamente le cicale, almeno nell’ambito che ci compete.

I sistemi termodinamici Nova Somor sono radicalmente diversi dalle altre macchine alimentate ad energia rinnovabile perché non prevedono accumulo, se non in termini di poche decine di minuti di inerzia termica. Produciamo e produrremo sistemi che fanno un lavoro utile quando serve e dove serve passando direttamente dalla luce del sole al lavoro meccanico, alla refrigerazione, alla dissalazione dell’acqua, ecc. in tempo reale. Senza intermediazione elettrica, senza spostamenti e senza accumuli. Inoltre installiamo sempre nei nostri sistemi degli azionamenti manuali che fanno in modo che, in caso di guasto, la risorsa resti disponibile per le persone. Negli altri sistemi di pompaggio meccanizzato ad energia solare l’acqua è nella disponibilità della macchina. Nel nostro caso, mentre che si attende l’assistenza per la riparazione, l’acqua può essere pompata a mano quindi rimane comunque disponibile.

Questa presa di coscienza in merito alla sostanziale diversità dei nostri sistemi, modifica ed evolve la nostra visione e quindi la nostra missione, portandola ad un livello di impatto complessivo più ampio. Ci rendiamo conto che, oltre che ad orientare più puntualmente le nostre scelte tecnologiche interne, possiamo influenzare anche altri settori. Il nostro approccio può fornire spunti ed ispirazione per l’individuazione di nuove soluzioni per trovare il giusto equilibrio fra i vari “comfort” della vita ed il costo ambientale ed energetico che essi hanno. Di fatto stiamo creando una nuova linea di pensiero per l’evoluzione delle tecnologie per l’uso dell’energia. Il tutto non in un’ottica di riduzione o di regressione del benessere, ma in quella di una reale modernizzazione del concetto di comfort e di utilità tecnologiche grazie all’abbandono delle vecchie linee di pensiero basate sull’accumulo. Il nostro impegno quotidiano sarà nel cercare di ottenere il massimo di acqua pompata, di fresco prodotto, di dissalazione, ecc., grazie alla luce disponibile al momento. E anche di progettare sistemi ben “calibrati” e proporzionati all’uso, senza seguire le consuete manie di gigantismo o le regole del consumismo che regnano attualmente.

Nel campo dell’utilizzo dell’energia, non nello stile di vita, dovremmo ispirarci alle popolazioni nomadi aborigene in Australia. Quando un gruppo di questi “primitivi” fa un “walkaround” nell’outback del rovente deserto australiano non si porta dietro niente. Vagano nudi e privi di borracce e zaini, trovando ogni giorno esattamente quello che gli serve per vivere. Non sopravvivere, ma vivere bene, in salute e in allegria. Ecco noi “civilizzati” dovremmo arrivare un giorno, mantenendo le nostre comodità, a fare lo stesso con l’energia: usarla giorno per giorno, senza sfruttarla, accumularla e soprattutto sprecarla. Quando ci arriveremo ci sarà il perfetto equilibrio fra benessere, utilizzo dell’energia e rispetto dell’ambiente. Un equilibrio che durerà senza problemi per un tempo illimitato, fino a che il sole brillerà nel cielo.

Giordano Mancini – Roberto Belardinelli
Rimini, 27 gennaio 2016